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domenica 24 luglio 2011

Santa Cristina (è solo quello che c'è scritto sul calendario).

Profuma di pioggia e di vento, fuori in giardino. Brividi, brividi lungo la schiena, brividi di freddo il 24 di luglio non pensavo di poterli provare. L'unico rumore che si sente è il frusciare delle foglie e qualche grido, in lontananza, qualche moto che passa.

Adesso quei rincoglioniti dei vicini rovinano l'idillio coi fuochi d'artificio per chi sa quale cazzo di inutile compleanno ma è così, mi tocca, non c'è e non ci può essere vera poesia nella mia vita.

Sono sola, sola come sempre, sola come da 24 anni a questa parte (e oggi il 24 mi perseguita). Non è del tutto colpa mia. In gran parte, ma non del tutto. Forse avrei dovuto abbassare di molto le mie pretese. Lo faccio ora: in questo momento mi basterebbe avere accanto una persona che ascolta insieme a me Verranno a chiederti del nostro amore e magari si commuove, ecco. È comunque troppo? Mi toccherà ripiegare sulle donne?

Mentre scrivo le formiche mi invadono il tavolo e quindi la poesia va definitivamente a farsi benedire, e anche tutte le cose tristi e livorose che volevo scrivere sulla Norvegia e sul coglione che apre il fuoco in un campeggio di adolescenti.

Ma tanto il dolore che provo è ineffabile, e non sarei riuscita a scriverne comunque.

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