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domenica 13 giugno 2010

http://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=21045

Avanti il prossimo, come titola Metilparaben.
Non so a quanti siamo di preciso. So che a Lecce siamo a quota due in pochissimi giorni. E so anche il perché: i detenuti sono più del doppio di quanti il carcere ne potrebbe ospitare. E a Lecce comincia a fare caldo, molto caldo.

Non avete idea dell'effetto che può fare il caldo di qui. Riesce a farti impazzire. E quando sei costretto a condividere pochi metri quadri con altre due-tre persone, in celle magari rivolte a sud, quando non passa un filo d'aria, beh, è più facile perdere la testa.

Lo sapete chi sono "i comuni"? Sono quelli che hanno pochi anni da scontare, condannati per piccoli crimini, senza l'aggravante dell'associazione mafiosa. Sono la feccia del carcere, ignorata anche dai baroni dell'alta sicurezza. Sono "persone provenienti dall'emarginazione sociale (immigrati, tossicodipendenti, malati mentali) spesso fragili psichicamente e privi delle risorse caratteriali necessarie per sopravvivere al carcere".

I baroni sono gente "tosta", al carcere ci sono abituati, l'avevano messo in conto come possibilità e lo sopportano. I comuni no. E il sovraffollamento è più forte proprio nelle loro sezioni. Ecco perché è più facile che non ce la facciano.

Lo stanno urlando da mesi (Metilparaben e Ristretti Orizzonti e i sindacati di polizia penitenziaria), ma sembra di urlare nel deserto.

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