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lunedì 20 giugno 2011

We should buy a bar - le splendide idee di Umberto Bosby e Robert Marons.



Secondo How I met your mother, attuale divina fonte di ispirazione e insostituibile sostituto di quel capolavoro della telefilmografia statunitense che fu l'insostituibile Friends, ci sono cinque parole che un uomo si troverà inevitabilmente a pronunciare nel corso della vita, e queste sono: WE SHOULD BUY A BAR (in italiano diventano quattro e dovremmo comprare un bar, ma questo non è importante).

Intendo che ci sono frasi che si dicono, così, al cazzeggio, fra amici, boutades insensate che si lasciano inevitabilmente (e fortunatamente) cadere nel vuoto, idee che sul momento ci sembrano geniali e poi si rivelano pessime e impraticabili.

Ecco, mi è parso che Umberto Bossi, ieri, avesse uno di questi lampi di genio. La sua bouta(na)de, la frase che si è trovato a pronunciare, consta ugualmente di cinque parole, e queste sono: SPOSTIAMO I MINISTERI AL NORD.

L'impraticabilità dell'idea è lampante; persino la lochéscion vellicata, la Villa Reale di Monza, non è più disponibile: l'hanno svenduta ai privati. L'insensatezza è palese: perché mai sprecare un fracco di soldi pubblici per uno spostamento inutile, che i cittadini neanche vogliono (e l'hanno dimostrato con le elezioni), in un momento di crisi nera come questa? O gli sprechi sono sprechi solo quando ci conviene?

Ma l'apoteosi non è ancora giunta. A un certo punto, obnubilato dai fumi dell'alcool e della salamella, ubriaco di folla e di spirito di cameratismo, Umbertino ha chiamato alla festa anche il ministro degli Interni (il ministro degli Interni della Repubblica Italiana, casomai non fosse chiaro): we, Roberto, noi ce ne andiamo a Monza, se poi vuoi venire anche tu!

Sembrava proprio una scena da How I met your mother. Solo che Umberto Bossi, ieri, non era sul divano di casa a ubriacarsi in santa pace con un amico: era a Pontida, in una situazione che sembrava Woodstock (o l'invasione degli alieni, verdi e farfuglianti) ma era a tutti gli effetti un raduno di partito. E Bossi, non dimentichiamolo mai, è un ministro della Repubblica. Italiana, non padana, se dio vuole. E anche all'onorevole Maroni bisognerebbe ricordarglielo, ogni tanto, che fa il ministro degli Interni di tutto il Paese, non soltanto del suo orticello. E quindi, a questo punto, avessero almeno la coerenza - la decenza - di rassegnare le dimissioni.

Ma tanto, da un partito che è al governo da vent'anni e che fa ancora finta di essere all'opposizione, dai suoi elettori ignoranti, xenofobi e maschilisti che da vent'anni si lasciano prendere in giro con storielle di fantomatiche radici celtiche e rituali con l'acqua - sozza - del Po (e intanto di tutto quello che Umbertino aveva promesso non si vede neanche l'ombra)... che ci possiamo aspettare?

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