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venerdì 13 maggio 2011

Il razzismo inconsapevole quando diventa consapevole.

èbbrutto.

No, dico, èbbrutto per davvero. Mi sono sentita una merda. Nemmeno una settimana fa mi incrocia questo tizio e io ero di fretta, andavo a fare la spesa, e anche non fossi stata di fretta l'avrei usata come scusa, qui a Roma è la scusa principe, tutti vanno di fretta ma tutti sanno che non è affatto vero.

"Vado di fretta", gli ho detto.

Poi Sissi mi ha fatto presente che voleva solo un'informazione, e io sarei voluta sprofondare, davvero, in un attimo ho visualizzato le mani vuote e i vestiti buoni e l'mp3 nelle orecchie e mi son detta cazzo, l'ho trattato a merda come tratto i mendicanti, sono una merda perché tratto i mendicanti a merda e sono doppiamente una merda perché vedo un ragazzo per strada che mi ferma e la prima cosa che penso è che sia un mendicante solo perché ha qualcosa di diverso da me.

Poi non sapevo neanche dargli l'informazione che cercava, per cui triplamente una merda!

Questa città sta tirando fuori il meglio e il peggio di me.

[A onor del vero, "vado di fretta" lo dico sempre, anche a quelli che per strada mi chiedono "una firma per il sociale" e cercano di appiopparmi pubblicazioni e oboli vari. Perché io sono una merda ma loro deppiù, che giocano sui sensi di colpa non ancora sopiti degli studenti squattrinati.

Tra l'altro oggi è entrato in aula - in
aula! - un mendicante, noi eravamo lì ad aspettare che arrivasse il prof. e lui è entrato, e ha continuato a lamentarsi finché una ragazza non gli ha dato venti centesimi. Io soldi non ce ne avevo davvero, ho due euro nel borsellino e con quelli devo campare almeno fino alla prossima settimana, ma glieli avrei dati, glieli avrei dati davvero se non avesse smesso, e quando se n'è andato sono stata male, male che volevo piangere da quanto mi sentivo una merda.

Le crisi di coscienza si susseguono senza sosta.
]

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